Il futuro della scienza è la medicina rigenerativa

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La presidente di Mundilive Margherita Chiara Immordino Tedesco incontra il Dr.Luciano Desideri per parlare di medicina rigenerativa.

Due lauree , l’abilitazione presso l’Università di Roma la “Sapienza”, e cinque master fanno del Dottor Desideri, uno dei massimi esperti studiosi di questa scienza nel nostro Paese; un ambizioso progetto di ricerca per risolvere il problema dell’invecchiamento.

Questa idea è stata finanziata dalla fondazione Placido Immordino, in collaborazione con l’ Associazione Mundilive con lo scopo di sovvenzionare ulteriori futuri studi concernenti la medicina rigenerativa.

Attraverso la scienza della riproduzione cellulare che aiuterebbe a ripristinare la salute cellulare, in modo da curare malattie, lesioni e disabilità: in questo modo la vita umana si allungherebbe di almeno 50 anni e si avrebbe un valido alleato conto malattie legate all’invecchiamento come i tumori Ma non solo dal punto di vista estetico: ma anche di migliorare la qualità della vita sconfiggendo le malattie degenerative tipiche del periodo della senilità (Parkinson, tumori …eccc)da qualche mese – da settembre, in particolare – oltre oceano una startup finanziata dal Jed besos in persona eccentrico multimiliardario che ambisce a diventare immortale si sta sperimentando una tecnologia di riprogrammazione biologica, cioè un modo per ringiovanire le cellule in laboratorio. Di questa squadra fanno parte anche alcuni premi Nobel, tra cui il Nobel per la Medicina Shinya Yamanaka, luminare della tecnologia sulle cellule staminali. Questo tema vecchio come il mondo ritornato di grande attualità l’intenzione di sconfiggere la morte e il tempo che passa non è oggi solo una chimera ma sta cominciando a prendere forma anche in Italia, attraverso nuovi studi e ricerche si è arrivati alla medicina metabolomica fondamentale ricordare che non si tratta di una medicina alternativa, ma di un indirizzo specifico che poggia semmai su rigorosi principi scientifici. La medicina metabolomica considera il corpo umano nel suo complesso come un sistema biologico integrato (Systems Biology) una colonna di cellule che interagiscono tra di loro e con l’ambiente circostante un sistema biologico che ha la tendenza a bilanciarsi verso la migliore condizione di salute. Già Ippocrate padre della medicina, lo aveva capito quando entrò ciaba il principio cardine della nuova medicina :”Primum non nocere” primo non nuocere se gli atti terapeutici provocano maggior beneficio che il danno, il paziente tende a guarire. ., in un recente articolo pubblicato su Technology Review del MIT di Boston, questo metodo è stato inserito tra le dieci tecnologie emergenti.

L’analisi metabolomica si occupa di studiare e misurare i processi cellulari dell’ organismo umano. Attraverso, questo tipo di analisi si è in grado di rilevare la concentrazione di molecole molto piccole, cioè i metaboliti con lo scopo di valutare lo stato di salute di una persona.

La metabolica fa parte delle scienze “omiche”, come la Geomica e la Preteomica.

Le scienze omiche, sono quelle discipline che si occupano di tecnologia di analisi, che consentono la riproduzione di informazioni in un numero elevato e nello stesso intervallo di tempo, diventando utili per il sistema biologico studiato.

Il Genoma è stato introdotto negli anni Ottanta è la materia che si occupa delle tecnologie che lo studiano, cioè il sistema dei geni. Questa scienza si occupa di studiare il sistema dei geni di un individuo, mentre la geomica è la disciplina che si concentra nel misurare questa struttura.

Lo scopo della Preteomica è quello di quantificare e sequenziare i livelli cellulari di ogni proteina, che è stata codificata dal genoma.

Sebbene questo tipo di analisi stia prendendo piede anche in Italia, però, i laboratori certificati a livello mondiale per effettuare queste analisi sono ancora pochi E’ un’analisi avanzata che misura i metaboliti, le sostanze che risultano dalle reazioni chimiche che avvengono nel corpo, in grado di rivelare il funzionamento del metabolismo di una cellula e, di conseguenza, intervenire migliorando lo stato di salute

Di fatto è complementare ad altre discipline: di fronte a patologie anche importanti, come le neoplasie, accanto all’oncologo, che curerà gli aspetti di sua competenza, si affiancherà il medico metabolomico, che prenderà in carico la persona e la studierà secondo il proprio approccio, migliorando le risposte del trattamento della neoplasia e aiutando a sconfiggere la patologia senza interferire con i percorsi di cura oncologici. Per verificare i metaboliti è sufficiente un normale prelievo di sangue o un semplice campione di urine. Ne uscirà un quadro straordinariamente preciso della situazione, una sorta di impronta digitale del nostro organismo e di come tanti fattori esterni, che possiamo definire parte della cosiddetta epigenetica, possano influenzare direttamente l’aspetto chimico. La finalità ultima è riportare il corpo alla perfetta efficienza, tenendo conto che l’organismo tende da solo, per natura, al miglior stato possibile di salute, tanto è vero che normalmente una ferita tende a rimarginarsi senza interventi esterni.

Un altro fondamentale pilastro della Medicina rigenerativa è la terapia cellulare che ha come obiettivo quello di sostituire organi e tessuti danneggiati attraverso l’approfondimento della conoscenza della biologia delle cellule staminali. Partiamo da una premessa importante la definizione di cellule staminali :”cellule che hanno l’unica capacità di auto rinnovarsi e referenziassi in una vasta gamma di cellule più specializzate che costituiscono il nostro corpo le staminali sono così responsabili durante la crescita e lo sviluppo dell’organismo di mantenere l’omeostasi e di favorire la rigenerazione dei tessuti. Storicamente, le cellule staminali vengono suddivise principalmente in due categorie: quelle embrionali, che hanno la capacità di moltiplicarsi indefinitamente e di dare origine a tutti i tipi cellulari (per questo dette anche pluripotenti), e quelle adulte o somatiche (contenute nel nostro corpo) che non hanno le complete potenzialità delle staminali embrionali poiché si sono già un po’ specializzate. Nell’ambito della terapia cellulare le staminali possono agire in due diversi modi: colonizzare fisicamente il tessuto danneggiato con il successivo differenziamento nel tipo cellulare specializzato per sostenere la struttura e funzionalità del tessuto, o rilasciare molecole che innescano meccanismi molecolari e cellulari che si traducono in “effetto terapeutico” sul tessuto danneggiato. Dal 2006 è stata poi messa a punto una tecnica per ottenere le cosiddette cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) a partire da cellule completamente differenziate, come quelle della pelle, che vengono “geneticamente riprogrammate” per tornare indietro nel tempo. La peculiarità di queste cellule è di avere le stesse potenzialità delle staminali embrionali ma senza le problematiche etiche. Le iPSC si stanno rivelando inoltre molto utili per studiare i meccanismi alla base di molte malattie e per analizzare il possibile effetto terapeutico di un gran numero di farmaci.

Ad oggi, sono ancora poche le terapie cellulari e tessutali autorizzate in Europa, ma si stanno facendo grandi progressi per la messa a punto di innovativi trattamenti per le gravi ustioni, alcune malattie rare e i tumori

Dalla medicina rigenerativa che si occupa di ricercare soluzioni naturali, all’interno delle stesse cellule del paziente, mirate alla ricostruzione di tessuti e organi danneggiati.

In altre parole la medicina rigenerativa ha l’obiettivo di provocare e accelerare quei processi di rigenerazione cellulare che si attuano senza la sostituzione chirurgica della parte compromessa, ma stimolando i meccanismi di riparazione del corpo.

La Medicina estetica rigenerativa è un campo di applicazione della Medicina rigenerativa: attraverso le cellule staminali (o meglio attraverso la stimolazione delle cellule indifferenziate) ricavate dal proprio sangue o da tessuti del paziente (autologhe) è possibile ricostruire e riparare i tessuti danneggiati o semplicemente invecchiati.

Una delle tecniche innovative è La tecnica del Prp (platelet richplasma) è una tecnica che prevede il prelievo di un campione del proprio sangue dal quale viene estratto il plasma sanguigno, arricchito di piastrine provenienti dallo stesso organismo. Tale concentrato è stato scientificamente dimostrato che è ricchissimo di fattori di crescita. L’inoculazione in determinate aree del corpo è utile, nei casi con appropriate indicazioni, a rigenerare alcune componenti tissutali in vari distretti corporei come la cute del viso del cuoio capelluto delle articolazioni del tessuto osseo ed altri.

Fasi di preparazione del PRP

1) Raccolta: viene prelevata dal paziente una modesta quantità di sangue.

2) Centrifugazione: il campione viene in posto in una speciale centrifuga che presenta delle caratteristiche dedicate all’ottenimento del Plasma Ricco di Piastrine. Al termine di quest’operazione si osservano tre strati:

PPP – Plasma Povero di Piastrine

PRP – Plasma Ricco di Piastrine

Globuli rossi

3) Separazione: dalla provetta viene aspirato e scartato il plasma povero di piastrine; il PRP viene isolato e combinato, invece, con un attivatore piastrinico prima della somministrazione, per essere usato per il trattamento.

Ad oggi, sebbene l’immortalità sia ancora unicamente relegata alla mitologia e alla fantascienza, sembra tutt’altro che lontana la possibilità di prolungare ulteriormente la durata della vita dell’uomo, limitando, se non sopprimendo del tutto, gli “effetti collaterali” causati dall’invecchiamento. Infatti, alcune ricerche pioniere nel campo del ringiovanimento cellulare e della medicina rigenerativa ci consentono di sperare in un futuro in cui invecchiare non sarà più associato al deterioramento del fisico e al peggioramento delle condizioni di vita.

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