Roma. 2 Giugno 2019. Una festa di tutti

da admin

Articolo pubblicato su l’Espresso: http://fino-a-prova-contraria.blogautore.espresso.repubblica.it

L’appuntamento è alle 7 di mattina in Piazza della Repubblica, a Roma. Quando il pullman messo a disposizione dall’organizzazione parte, scambio qualche battuta con il personale dell’Ufficio Stampa dello Stato Maggiore della Difesa delegato a seguire il mio lavoro.
Nei giorni precedenti ci eravamo già incontrati per stabilire come procedere al meglio.
Quando arriviamo alla base militare di Guidonia, fervono già i preparativi in vista delle prove per la sfilata delle forze armate dell 2 giugno, in via dei Fori Imperiali, a Roma, in occasione della Festa della Repubblica.
L’intenzione è quella di raccogliere le voci e le testimonianze non solo dei rappresentanti più istituzionali delle Forze Armate, ma anche dei partecipanti a questa festa.
I ragazzi e le ragazze, gli uomini e le donne che hanno preso come decisione, come scelta di vita, che diventa vita reale quotidiana, quella di indossare una uniforme. Questi uomini e queste donne hanno scelto di investire la loro quotidianità e la loro progettualità personale al servizio del prossimo, dello Stato.
Una tale decisione non può non essere presa con autentica dedizione e spirito di servizio e di sacrificio.
Il centro operativo è sotto una tenda lungo la pista di atterraggio nell’aeroporto militare. Lascio lì le mie cose, e mi dirigo verso le tante compagnie che si preparano allo sfilamento.
E’ mattina presto e il tempo minaccia pioggia.
Migliaia di giovani, fieri nelle loro divise e armati di speranze e sguardi che superano ostacoli, si preparano a marciare. Formano schiere compatte e avanzano a passi marziali. Quando rompono le fila e si disuniscono vedi volti e sguardi sereni, un attimo prima attenti e tesi nei comandi e negli ordini da eseguire.
I maggiori eseguono le ispezioni di rito.
Nella armonia perfetta delle formazioni in assetto, mentre sfilano, cerco di fermare i volti dei più giovani. E mi domando della loro scelta, della decisione che li ha portati ad indossare una divisa.
Questo senso di appartenenza, questo spirito di servizio che mi si palesa immediatamente, credo sia la risposta.
La Festa del 2 Giugno è allora la Festa di questi uomini. E’ la inclusione non solo nella festa, ma ancora di più all’interno del tessuto sociale della realtà Repubblicana, delle Forze Armate.
A tutti gli effetti.
E’ una festa per rendere riconoscibile, visibile, il lavoro quotidiano, e non sempre così chiaro, delle Forze Armate: la difesa del territorio, il contributo alla sicurezza e la cooperazione internazionale, la sicurezza della collettività e la prevenzione della criminalità.

Oltre 4000 persone sono impegnate nella preparazione di questo sfilamento, che è già una festa.
Le compagnie di Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia, Paralimpici, Croce Rossa e delle altre componenti delle forze attive dello Stato sfilano sotto la pioggia con passo marziale.
La fine della prima prova è l’occasione per incontrare alcuni dei partecipanti.

Chiara Bergamini è molto giovane, ma la sua giovane età non nasconde la sua preparazione e la dedizione che emergono dalle sue parole. E’ molto chiara e diretta. E’ Sottotenente di Vascello, della Brigata San Marco, I Reggimento.
Con molta chiarezza mi racconta della sua scelta della vita militare, maturata già dal liceo. Ora è parte del I Reparto Anfibio, i Fanti del mare a terra, ed è chiaro quanto la sua formazione e il suo percorso di studi l’abbiamo specializzata.
Non c’è il tempo di approfondire le sue ulteriori specializzazioni con i Marines e in ambito NATO, perché la sua compagnia sta riprendendo le prove.

Alessio Liuni è un Riservista, un civile che per riconosciute capacità professionali, su richiesta e dopo la verifica di determinati requisiti, viene richiamato a far parte di una forza armata, in funzione proprio della sua professionalità.

E’ Tenente di Vascello, Genio Navale, ed è un architetto che già da anni si era occupato attraverso una società di costruzioni, di infrastrutture e cantieri navali. Dopo qualche anno di attesa dalla domanda, è stato richiamato in servizio come Riservista e si occupa ora, tra l’altro, di infrastrutture nell’ambito della Marina Militare, e viene richiamato ogni volta, a seconda delle esigenze che si pongono.

Annalisa Di Blasi è una giovanissima Tenente della Guardia di Finanza. Si resta sorpresi ad ascoltare immediatamente quella che è la sua decisione e la sua dedizione allo Stato. E’ entrata in Accademia al fine di combattere concretamente la malavita, soprattutto in ambito economico. Subito dopo la laurea ha iniziato ad occuparsi di evasione fiscale, di prevenzione alla criminalità. Si è occupata inoltre molto di sociale, che è quel lavoro quotidiano e meno visibile. Si è occupata inoltre di quel fenomeno sempre più diffuso che è il caporalato.
E’ giovanissima, ma ha già maturato esperienza nel reparto operativo dell’antiterrorismo.

Il I Maresciallo Christian Wiersdorf ha 52 anni e da 32 anni è parte dell’Aeronautica Militare.
Il I Maresciallo è un Aerosoccorritore.
E’ un uomo enorme, e ha un bel sorriso sincero, un po’ sornione, mentre si racconta, serio e sicuro. Loro che sono operativi, ovunque e comunque, è come se avessero imparato a scherzare anche. D’altra parte oggi è una festa.
Gli Aerosoccorritori, mi racconta il I Maresciallo, si addestrano per portare soccorso ovunque. Per terra e per mare. L’addestramento che sono costretti a svolgere è duro e faticoso, ma anche necessario, come necessario è ogni loro intervento. Corsi di addestramento duri che prevedono sia l’uso delle armi, sia il pronto soccorso.
I teatri in cui operano sono d’altra parte diversi come in Albania, e in Iraq. Teatri operativi in cui hanno svolto soprattutto il ruolo di medical evacuation di civili e militari. Oppure come quando sono intervenuti per salvare i passeggeri della Norman Atlantic, in fiamme, nel 2014.
Il I Maresciallo mi racconta non senza dolore gli interventi a L’Aquila e a Rigopiano.
Le sue parole dicono di sacrifici enormi personali e familiari anche, e dicono anche di altrettante soddisfazioni, per essere al servizio di qualcuno.
Alla fine della nostra chiacchierata mi mostra il Jolly simbolo della loro compagnia: sono una forza speciale che si affianca di volta in volta a chi ne richiede la prestazione.
Anche il Caporal Maggiore Scelto, Francesco Izzo, ha prestato soccorso a L’Aquila, come II Reggimento Alpini. Il loro addestramento è prevalentemente in montagna, mi dice.
Lui ha deciso di prestare servizio permanente dopo le superiori, nell’esercito. Nonostante i doveri e le fatiche, la appartenenza ad un corpo ne determina con orgoglio la scelta di vita.
La vita militare significa per lui regole precise e altrettanti soddisfazioni. Ben oltre anche una certa indipendenza economica è la consapevolezza di una vita impegnata al servizio di qualcun altro a destinarla a qualcosa di più grande: una vita fatta di duri addestramenti quotidiani e missioni all’estero che hanno comportato e comportano anche una crescita personale in funzione di una formazione specifica in determinati teatri operativi.
La vita militare è anche la capacità di sviluppare acutezza e sensibilità per muoversi in determinati territori durante i perlustramenti e i pattugliamenti.
Il Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa ha come motto Per Aspera ad Astra, Attraverso le difficoltà, verso le stelle, mi dice Marco Iannuzzi, Tenente Colonnello dell’Aeronautica Militare.
In seguito ad un incidente in servizio, non può più essere operativo. Da qualche anno si occupa della ricerca nell’ambito della tecnologia soprattutto in ambito medico, per la Difesa Italiana.

Ci ripariamo dalla pioggia più fitta, sotto un tendone. Il Tenente mi racconta con una sorprendente serenità e consapevolezza della sua vita attuale, dei suoi progetti, delle sue scelte, del suo immediato futuro. Di questa nuova vita al servizio dello Stato.
Lui assieme a tutta la squadra di paralimpici sfilerà per la prima volta durante la festa.
Le prove stanno per terminare ed è ora di tornare a Roma.

Sarà la loro festa, anche.
Le prove notturne si svolgono nel centro di Roma, presso i Fori Imperiali appunto. Sarà la prova generale della festa.
Il centro di Roma è blindato per le necessarie misure di sicurezza, per lo svolgimento della manifestazione.
I Comandanti delle diverse compagnie coordinati dallo Stato Maggiore, operano affinché tutte le operazioni si svolgano al meglio.
E’ notte, e almeno non piove. Riconosco dei volti che ho incrociato a Guidonia.
Del gruppo sportivo paralimpico della difesa non farà parte il Generale Alessandro Albamonte. Ci siamo scritti nei giorni scorsi proprio per avere un suo riscontro sulla festa della Repubblica.
Mi sono fatto raccontare la sua storia: era il Capo di Stato Maggiore della Brigata Paracadutisti Folgore, quando qualche giorno prima del suo 41 compleanno, un pacco bomba è esploso nel suo ufficio nella Caserma Rispoli, a Livorno.

Nell’attentato ha perso l’uso dell’occhio sinistro e quasi del tutto quello destro.
Ho chiesto a lui il significato e il senso dell’appartenenza ad un Corpo Militare, proprio come simbolo di ciò che ha dovuto subire in quanto tale.
Da quel che è emerso nel nostro scambio, mi è sembrato chiaro che il Generale non si è abbattuto ma anzi, la sua propensione a combattere lo hanno spinto a calarsi immediatamente in questa sua nuova realtà e ad accettarla senza dimenticare ciò che è ed è stato.
Al suo percorso di recupero ha contribuito, oltre all’ambiente familiare, anche l’ambiente militare e il suo lavoro. Tutti hanno continuato a vedere in lui quel punto di riferimento affidabile e operativo e disponibile che è sempre stato.

A questo, va aggiunto il percorso nel Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa: gli incontri e i confronti sempre stimolanti con gli altri membri del gruppo, hanno sollecitato quel percorso di recupero che ognuno di loro stimola nel recupero dell’altro. Come una squadra.
Come una vera Compagnia.
Che cosa significa oggi indossare una uniforme, mi chiedo mentre sfilano in sottofondo al chiaroscuro della notte fonda, migliaia di ragazzi e ragazze.

A questa stessa domanda il Generale Albamonte mi aveva parlato del caffè diviso frettolosamente con i compagni di reparto, lontani da tutto, e da tutto ciò che conduce all’idea di casa, per dirmi di quella abnegazione spontanea e disinteressata che comporta indossare una divisa, di quella identità militare presa con una scelta consapevole e plasmata dal giuramento di fedeltà.
I concetti che il Generale mi ha espresso sono concetti molto più ampi e più profondi di una semplice risposta ad una missione operativa. Emerge dalle sue parole il sentirsi parte di uno Stato di cui e con cui si concorre a garantire, proteggere, consolidare e mantenere la Difesa.
Sono le 5 di mattina e le prove stanno per terminare. Ci dirigiamo verso l’inizio di via Cavour. E’ quasi l’alba, quando con il personale del Dipartimento Pubblica Informazione e Comunicazione dello Stato Maggiore della Difesa, ci incrociamo.
Siamo stanchi tutti. Mentre ci fermiamo in un caffè, per un saluto, chiedo a loro, soddisfatti delle prove appena terminate, che cosa significhi il due giugno.
Dalle loro risposte, soprattutto dei più anziani, traspare la stessa passione di quando hanno intrapreso la loro carriera. Per loro il due giugno è sentirsi parte di un corpo e porsi come modello ed esempio per i colleghi più giovani, rispetto ai valori e ai principi che li hanno guidati in questo suo percorso.
Il due giugno è anche prendersi la stessa responsabilità per nuovi incarichi e nuovi progetti.

Ben oltre l’ufficialità del ruolo istituzionale, mi ricordano come questo due giugno, come ogni anno, racchiude in sé diversi significati: al 73° compleanno della Repubblica si affianca quest’anno la commemorazione del 70° anniversario dell’ingresso dell’Italia nella NATO, la più grande e longeva alleanza politico militare al mondo, e il ventennale della legge 380 con la quale, il 20 ottobre del 1999, il nostro Paese ha aperto le porte delle Forze Armate al reclutamento del personale femminile. Il 2 giugno è comunque la festa di tutta la Nazione e di tutto il popolo italiano; una celebrazione alla quale partecipano tutte le componenti attive, militari e civili, della società dando testimonianza del solido e duraturo legame che le unisce e che contribuisce al progresso e alla prosperità del nostro Paese.
L’appuntamento è alle sei del mattino.
E’ l’alba su Roma. Lentamente via dei Fori Imperiali si va riempiendo dei colori e delle divise della Festa.
I militari, le autorità, i giornalisti, i fotografi.
E’ una giornata calda.
Quando arriva il Presidente della Repubblica Mattarella è il segnale che il defilamento può avere inizio.

Ed è davvero una Festa, la loro festa, la festa di questi soldati marinai carabinieri poliziotti finanzieri crocerossine piloti, dal grado più semplice ai gradi più alti.
Il tema posto quest’anno è l’inclusione. Inclusione come riconoscibilità e visibilità e rispetto delle Forze Armate, ancora di più legate a quel territorio al quale appartengono.
Sono uomini e donne che hanno scelto di servire lo Stato.

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